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Le vittime tra i 12 e i 16 anni. Ricattate con foto e video per incontri privati che filmava con una telecamera nascosta nell'armadio. Le accuse: adescamento e violenza privata.
Dal 2014 si spacciava su Internet per minorenne utilizzando falsi profili con foto non sue. Così 'camuffato' contattava ragazzine dai 12 ai 16 anni sulle chat dei siti di incontri, ne conquistava la fiducia.

Già in 5ª elementare guardano filmati hard, fanno sexting e sono vittime dei sextortion, i ricatti via web. Complici chat, smartphone e connessione Internet sempre a portata di mano. I pre-adolescenti di oggi sono eccitati, confusi e disinformati: a scuola e a casa il sesso è ancora un tabù.

Il telefonino a 10 anni, il video hard a 11, il sexting a 12. Sono le tappe dell’incontro col sesso dei nativi digitali, la prima generazione ad aver accesso illimitato e precoce alla pornografia su web, tv, computer, smartphone.

Durante uno degli ultimi incontri con i genitori delle scuole si è riflettuto su come generalmente ci si focalizzi solamente sulla figura della vittima di bullismo e mai sul bullo. Si fanno riflessioni e ricerche sulle caratteristiche della vittima prototipica, delle conseguenze dopo gli episodi e così via ma poco ci si sofferma sul chiedersi chi è il bullo? Che caratteristiche ha? Come si può lavorare con e su di lui in ottica sia preventiva che “riparativa”?

Una riflessione iniziale su questo tema e osservabile sia per il bullismo che per il cyberbullismo, può essere fatta rispetto a due componenti che riguardano ognuno di noi e che in fase di crescita del ragazzo giocano un ruolo fondamentale nelle scelte e negli investimenti su di sé: autostima e concetto di sé.

L’autostima è il valore che noi attribuiamo a noi stessi, alle nostre capacità; il concetto di sé è l’idea, la percezione di noi nei diversi ambiti di vita.

Autostima e immagine di sé quindi influenzano le scelte che facciamo, i comportamenti che abbiamo, gli investimenti che attiviamo su di noi. Diverse ricerche in campo psicologico mostrano come un basso livello di autostima e un concetto di sé negativo portino a sensazioni di inefficacia, inadeguatezza e disinvestimento su di sé. Dal punto di vista opposto un alto livello di autostima e un concetto positivo di sé portano a un maggior investimento e progettualizzazione rispetto a sé e alle proprie capacità.

                    

                        

Anche secondo l'ultimo sondaggio di "Common Sense Media",  la metà dei teenager americani è dipendente dagli smartphone. Questo va a confermare i dati riscontrati durante i nostri INTERVENTI nelle scuole durante il 2015 e 2016.

"La dipendenza da tecnologia - ha spiegato Holland Haiis, esperta del settore, alla stampa - può accadere a tutti. Se i vostri ragazzi preferiscono stare da soli in casa a giocare invece di andare fuori per andare al cinema, incontrare i loro coetanei, allora c'e' un problema". 

Secondo il sondaggio, inoltre, quasi l'80% degli adolescenti dice di controllare il proprio telefono ogni ora, il 72% sente il bisogno di rispondere immediatamente sia a messaggi di testo che su social media. Il 36% dei genitori, invece, dice che ogni giorno discute con i propri figli sull'uso del cellulare.
Da dipendenza da cellulare sono affetti anche i genitori. Secondo quanto riporta la Cnn, il 27% dei genitori sente di avere una dipendenza e quasi la stessa percentuale di figli sostiene che i loro genitori non sono esenti dalla smania di controllare i loro apparecchi.

Fonte: Orizzonte Scuola

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Storia di Andrea, sopravvissuta ai cyberbulli: “Sono loro i veri malati. Io ho scelto la vita”.

«Tutto cominciò con piccole parole, insulse, stupide. Non ci facevo caso, se loro erano cretini non era colpa mia. Era lì che avevo sbagliato, perché tutto comincia con piccole parole, man mano la persona le dà peso, più diventano grandi. Perché mi giudicavano? Loro erano perfetti? Mah, non credo proprio.

nomofobia
[no-mo-fo-bì-a] n.f.

pl. -e
stato ansioso che si manifesta quando non è possibile usare il telefono cellulare (perché è scarico, perché non c’è campo ecc.)

Etimologia: ← comp. di no [telefono] mo(bile) e -fobia.