Si mettono in mostra e spopolano su social come Ask.fm o Instagram.
Profili di teenager pieni di "selfie" ammiccanti. #SEXTING Esposti senza protezione al lato oscuro del web.
Negli anni 90 "non era la rai" il sogno delle adolescenti italiane desiderose di ottenere il classico quarto d’ora di celebrità.
Era calcare il palcoscenico di uno show quotidiano in onda sulle allora reti Fininvest, passato alla storia perché vivaio di tutta una generazione di poco vestite starlette o aspiranti tali. Ora i teenager italiani – soprattutto ragazzine nate a cavallo degli anni attorno al 2000, ovvero gli appartenenti alla generazione dei Millennial – non sognano più di accalcarsi ai cancelli di Cinecittà,, in cerca di un ingaggio televisivo. Hanno un nuovo e più diretto strumento che garantisce loro visibilità e celebrità in poche mosse: il web, o meglio alcuni angoli del web.
Loro si chiamano Sabrina, Sara, Lucrezia, Chiara, Asia, Ester: tutte minorenni, con un uso sapiente dei social network e delle piattaforme blogging sono piccole stelle del web. Molte di loro partono come semplici, belle ragazze molto conosciute nella scuola che frequentano. Il passo successivo avviene tramite Ask.fm, social network assai popolare fra i teenager italiani, noto alla cronaca più che altro per la funzione di "domanda-risposta" anonima, funzione ritenuta alla base di numerosi casi di #CYBERBULLISMO, talvolta sfociati in tragedia.
Ask.fm non è solo il luogo delle domande e delle risposte anonime, per gli adolescenti italiani: è anche il luogo dove, in un fitto gioco di acerbo corteggiamento, nasce la celebrità de "le più belle ragazze di Ask", pagine dove gli utenti stessi segnalano e condividono foto delle coetanee ritenute più graziose. Le foto lasciano poco all’immaginazione: si tratta di selfie nella maggior parte dei casi, ma in pose ammiccanti. Se alle loro spalle si notano comunissime case e panorami della provincia italiana, in primo piano le foto mostrano – col passare del tempo – ragazze sempre più consapevoli della loro celebrità: all’aumentare dei like e delle richieste di postare foto in pose carine, aumenta anche la notorietà dell’utente. Che, spesso, travalica il ghetto dell’anonimato adolescenziale di Ask e sbarca sugli altri social: con numeri da brivido, se si pensa che foto di minorenni celebri per null’altro che per il loro aspetto fisico raccolgono migliaia di "mi piace" su Facebook e che i loro profili raccolgono altrettante migliaia di follower. Se una liceale dell’hinterland napoletano e aspirante modella ha oltre 86.000 utenti follower su Facebook, cioè molti di più di quanti ne abbiano Daniela Santanché (69.000) o Dario Franceschini (26.000), si comprende la misura del fenomeno. Che genera innumerevoli tentativi di imitazione. Esponendo i meno abili agli attacchi verbali di un numero potenzialmente enorme di utenti anonimi. E i suicidi di minori travolti dalla violenza digitale e dal cyberbullismo sono ormai un dato di cronaca rilevante.
Le più popolari fanno anche un passo successivo: approdano alla moda, o almeno alla versione cittadina e provinciale della stessa. È il caso di Sabrina, provocante bellezza multietnica, passata in pochi mesi dallo status di starlette di Ask a quello di testimonial per piccoli brand: oggi posa in servizi fotografici per pubblicizzare accessori. O anche di Chiara, 16 anni, il cui blog di moda vanta un successo che nasce dal seguito di fan accumulato prima su Ask, a suon di autoscatti in bikini e duckface - ovvero la diffusissima posa a labbra imbronciate - e poi su Facebook, condividendo foto che la ritraevano mentre provava abiti nei camerini delle boutique del centro. Altre, come Dalila, tentano la strada dei concorsi di bellezza.
I ragazzi non sono da meno: utenti da 16 anni e decine di migliaia follower, sono piccole star tanto di Ask quanto di Facebook.Il numero dei follower, peraltro, tanto in questo caso quanto nei precedenti, non è verosimilmente gonfiato da pacchetti a pagamento,come spesso accade: questi adolescenti hanno un altissimo numero di interazioni con gli altri utenti. Commenti, domande, migliaia per ogni foto: tutto conferma che, nella cerchia dei loro coetanei, queste piccole celebrità nate su Ask stiano davvero vivendo i loro 15 minuti di fama che – per qualcuno di loro – si protraggono con altre esperienze, Ma sempre legate al web: come scrive Sabrina sul suo profilo Facebook, criticando "Uomini e Donne", lo show condotto da Maria De Filippi, "Che senso ha andare in un programma televisivo a cercare un ragazzo?". Meno di 10 anni fa, ragazzine come Sabrina si accalcavano alle porte dei casting per quel tipo di show. Oggi non serve: ci sono Ask.fm – o anche Instagram, Tumblr – per mostrare le proprie foto, farsi conoscere e diventare una celebrity.
FONTE: LA REPUBBLICA (Leggi l'articolo completo QUI)

SALERNO - I selfie nudi, gli autoscatti delle ragazze minorenni del salernitano aumentano. Non solo più soltanto sette, e soprattutto non solo soltanto di Cava de' Tirreni, le adolescenti che hanno postato su internet le proprie fotografie senza veli in pose che definire maliziose diventa riduttivo. Adesso le giovani coinvolte sono undici.
CITTADELLA Ha scritto per chiedere scusa, per non essere dimenticata, perché mamma e papà la perdonassero di averli delusi. Poi si è gettata nel vuoto ed è morta trenta metri più in basso. Non è stata una decisione improvvisa, un colpo di testa: da settimane pianificava la sua morte e aveva confidato il suo disagio manifestandolo anche con atti autolesionisti, ma nessuno aveva capito che faceva sul serio. La quattordicenne di Fontaniva che si è tolta la vita buttatasi domenica pomeriggio dalla terrazza sul tetto dell'ex hotel Palace di Borgo Vicenza a Cittadella ha scritto di suo pugno cinque lettere: una è quella che la nonna ha ritrovato a casa.
Gli insulti su Ask.
Domande anche al fidanzato.
Basta fare una ricerca su YouTube alla chiave “Neknominate” per trovare migliaia di filmati delle migliori performance alcoliche. Una sorta di gioco al massacro che come era facile immaginare, ha già registrato diverse vittime: in Irlanda, Johnny Bryne, 19 anni, è morto annegato dopo aver bevuto una pinta di birra ed essersi buttato in un fiume. Ross Cummins è stato trovato svenuto in casa a Dublino ed è morto poco dopo in ospedale: aveva 22 anni. Isaac Richardson, 20 anni, morto per un devastante cocktail di vino, whiskey, vodka e birra; a Cardiff, il 29 enne Stephen Brook, ucciso da una bottiglia di Vodka mandata giù in meno di un minuto; quindi, il rugbista Bradley, appena vent’anni, che agli amici preoccupati per la china pericolosa rispondeva: «Vi dimostro chi è che comanda». Due bottiglie di gin mescolate con del tè gli sono state fatali. Il fenomeno che sta riscuotendo gran successo ha già mietuto le prime vittime anche nel nostro paese. La scorsa settimana ad Agrigento, un ragazzo di sedici anni è finito in coma etilico.
In Italia il Neknominate (il cui nome fa probabilmente riferimento al collo della bottiglia) si chiama "Birra alla goccia" e i partecipanti bevono principalmente pinte di birra, appunto “alla goccia” (in un sol fiato) dopo che si è stati sfidati dai propri amici su Facebook. Lo sfidato viene "nominato" attraverso un video ed è "costretto" a raccogliere la sfida. Qualcuno deve filmare il tutto per dare così la possibilità agli autori della goliardata di sfidare altri utenti della Rete, spesso amici o conoscenti, a fare peggio con la frase: «saprai fare meglio di me nelle prossime 24 ore?».





Abbiamo parlato già parecchie volte di CYBERBULLISMO e delle conseguenze di questo problema, ma cosa realmente subisce un ragazzo/a?